Tematica Religione cristiana

San Francesco Caracciolo

San Francesco Caracciolo

Villa Santa Maria.

Nome: San Francesco Caracciolo

Notizie: (Villa Santa Maria, 13 ottobre 1563 - Agnone, 4 giugno 1608) Francesco (al secolo Ascanio) Caracciolo fu il fondatore dell'ordine dei Chierici Regolari Minori (padri Caracciolini). È stato proclamato santo da papa Pio VII nel 1807. Figlio di don Ferrante Caracciolo, signore di Villa Santa Maria, e di Isabella Barattucci, alla nascita gli venne imposto il nome di Ascanio e ricevette un'educazione consona al suo rango nobiliare: mostrò sin dall'infanzia una certa inclinazione religiosa. A ventidue anni venne colpito da una malattia (forse l'elefantiasi) che ne sfigurò il volto: promise di abbracciare lo stato ecclesiastico in caso di guarigione e, esaudito, si trasferì a Napoli per adempiere al suo voto: riprese gli studi e si dedicò particolarmente alla lettura degli scritti teologici di Tommaso d'Aquino. Ordinato sacerdote, celebrò la sua prima messa nel 1587: si dedicò specialmente alla cura dei poveri e degli infermi e si ascrisse alla compagnia dei Bianchi, una confraternita dedita all'assistenza ai carcerati e ai condannati a morte. Poiché nella compagnia dei Bianchi operava anche un suo omonimo, gli fu recapitata erroneamente una lettera di Giovanni Agostino Adorno e Fabrizio Caracciolo contenente l'invito a unirsi a loro per dare inizio a una nuova congregazione religiosa: lo scambio di persona venne ritenuto un segno della Provvidenza e Ascanio venne comunque ammesso nel numero dei futuri fondatori dell'istituto. I tre si ritirarono nell'eremo dei Camaldoli di San Salvatore di Napoli, dove stesero la regola della futura congregazione dei Chierici Regolari Minori, poi i due Caracciolo si recarono a Roma, dove papa Sisto V concesse loro la sua approvazione con la bolla Sacrae religionis del 1º luglio 1588: ciò che maggiormente caratterizzava la regola era la scelta da parte dei suoi membri di non ambire a dignità ecclesiastiche, sia all'interno dell'ordine che nella Chiesa (nel 1592 papa Clemente VIII concesse ai religiosi di assumere tale impegno medinte un quarto voto). Il 9 aprile 1589 Ascanio emise la sua solenne professione dei voti nella cappella della compagnia dei Bianchi e assunse il nome religioso di Francesco. Morto l'Adorno, che fino ad allora era stato la guida del gruppo, Francesco Caracciolo venne eletto superiore generale dell'ordine: Francesco diede un notevole impulso alla diffusione dei suoi religiosi sia in Italia (ottenne delle chiese a Roma) che all'estero (nel 1594 fondò le prime case Spagna). Lasciò il governo dei Chierici Regolari Minori (che in suo onore presero a essere chiamati caracciolini) nel 1607 e non volle più ricoprire nessuna carica nell'ordine. Avendo la congregazione dell'Oratorio di Agnone manifestato interesse a unirsi al suo ordine, Francesco si recò in Molise per discutere dell'eventuale ingresso di quei padri tra i caracciolini: approfittò del viaggio per recarsi a visitare i suoi parenti a Montelapiano. Morì presso gli oratoriani di Agnone mentre si accingeva a tornare a Napoli. Il primo miracolo attribuito alla sua intercessione fu il risanamento di un "rattrappito" avvenuto l'11 giugno 1608, mentre si svolgevano i funerali di Francesco (che venne sepolto in Santa Maria Maggiore a Napoli); la causa di canonizzazione venne introdotta nel 1701. Venne beatificato da papa Clemente XIV il 10 settembre 1770 e proclamato santo da papa Pio VII il 24 maggio 1807. È compatrono di Napoli dal 1840, patrono dei congressi eucaristici abruzzesi e dei cuochi d'Italia. La sua salma venne traslata nella chiesa di Santa Maria di Monteverginella, dov'è tutt'ora conservata, il 9 maggio 1844. Tra le opere che lo raffigurano: un busto d'argento conservato nel museo del tesoro di San Gennaro a Napoli, un dipinto di Romano Corradetti nella chiesa dei Santi Angeli Custodi a Roma e una statua realizzata da Francesco Massimiliano Laboureur e Innocenzo Fraccaroli sotto la direzione di Bertel Thorvaldsen per la basilica di San Pietro. È anche rappresentato in una tela di Giuseppe Guarnaccia conservata nel Museo civico di di Catania. La sua memoria liturgica ricorre il 4 giugno.


Stato: Italy

Anno: 2008

Dentelli: 13 × 13¼

Tiratura: 3.500.000

Stampa: Rotocalco

Bozzettista: R. Fantini